PROGETTO DI ANIMAZIONE MUSICO TEATRALE

Emozioni in scena”

 Si può fare teatro ovunque, purché si trovi il luogo in cui viene a crearsi la condizione fondamentale per il teatro; deve esserci, cioè, qualcuno che ha individuato qualcosa da dire, e deve esserci qualcuno che ha bisogno di starlo a sentire. Quello che si cerca, dunque, è la relazione. Ogni teatro è pedagogia”. (J. Copeau) 

I bambini sono dotati di grande fantasia, è questa l’età in cui iniziano a raccontare e raccontarsi storie con l’abilità di vedere cose che non ci sono e rappresentarle. Nutrono il desiderio e il bisogno di mettersi in gioco, fare movimento, divertirsi e iniziare a relazionarsi con i propri pari.

E’ infatti attraverso la sperimentazione, la simulazione di personaggi, la simbolizzazione di esperienze personali, che il bambino esterna le proprie emotività nascoste, riesce  a riconoscere le proprie emozioni, e a comunicare la propria identità, permettendo così anche all’adulto che lo osserva, di valutare e promuovere interventi educativi miranti alla socializzazione, all’integrazione nel gruppo, allo sviluppo del senso dell’iniziativa personale, al superamento di ruoli gregari.

 L’attività di animazione musico teatrale consente ai bambini di entrare in contatto con nuove realtà di conoscenza, per apprendere l’importanza di percepire le proprie capacità creative, per imparare a comunicare attraverso nuove forme di linguaggio che spaziano dal corpo, alla voce, all’ascolto, ed offrire  l’opportunità a tutti i bambini  di inserirsi in un gruppo e trovare una loro dimensione e un ruolo.

Attraverso i giochi musicali e teatrali, i bambini arrivano a conquistare in modo profondo e spontaneo, alcune importanti competenze  verbali, motorie e cognitive , e a vivere forti gratificazioni sul piano affettivo e relazionale, inoltre queste attività  contribuiscono a rendere i bambini più autonomi, sia nel gioco libero che nelle attività organizzate.

Il far finta di…. si trasforma così nel fare spettacolo, teatro e permette agli stessi di crescere e di sviluppare la propria creatività, di esprimere paure, sentimenti e incertezze; di allargare la fiducia in se stessi e negli altri; di valorizzare le diversità per un reciproco arricchimento;  di liberare la fantasia ; di avvicinarsi al mondo della musica e del teatro.

Il fine di tale attività non è tanto lo spettacolo, piuttosto quanto il percorso fa scoprire “di proprie e personalissime capacità creative e comunicative”, che diventano bagaglio personale di ciascuno.

La performance non è un’illusionistica copia della realtà, né la sua imitazione. Non è una serie di convenzioni accettate come un gioco di ruolo, recitato in una separata realtà teatrale. L’attore non recita, non imita, o pretende.

Egli è se stesso.”

(J. Grotowski)